Questo è un periodo davvero strano, mi trovo a confrontarmi quotidianamente con donne diverse, di varie età, con vite diverse, interessi diversi, che svolgono i lavori più disparati o che non lavorano proprio, che hanno ritmi frenetici o che devono trovare il modo di occupare il loro tempo, nonne, mamme, mogli, amanti, figlie… insomma donne, ma tutte accomunate da un unico fattore: la rassegnazione!
Rassegnazione del tempo che passa, dell’età che avanza, rassegnazione di essere troppo bassa o troppo alta, troppo grassa o troppo magra, rassegnazione di essere sposata o di non riuscire ad esserlo, rassegnazione di non poter fare tante cose o di doverne fare troppe, rassegnazione di non avere le giuste occasioni, i giusti amici, le giuste opportunità… insomma potrei continuare quasi all’infinito!
Penso che ogni donna ( gli uomini li conosco meno!) abbia qualcosa di non realizzato, qualche insoddisfazione, qualche neo nella propria vita, qualche sfida in corso, qualche ostacolo da superare, ma la pesantezza che percepisco direttamente o indirettamente in questo periodo non l’ho mai percepita prima d’ora!
Dipenderà da me? Forse si, o forse sarà tutto quello che ci circonda a renderci così rassegnate? E se fosse tutta una scusa? Se avessimo solamente paura?
Paura di crescere, paura di invecchiare, paura di essere intrappolate in vite che non abbiamo scelto, paura di affrontare situazioni, di superare prove, paura di non piacere, paura di non essere accettate, paura di apparire, paura di non arrivare, paura di non riuscire.
La rassegnazione blocca, paralizza, nella più positiva delle ipotesi fa andare avanti per inerzia.
Oggi ho deciso di scrivere tutto questo che mi frulla da tempo nella testa, perchè vorrei insinuare un dubbio in ogni donna che avrà voglia di leggermi, quello di poter cambiare qualcosa che non ci piace.
Parlo per esperienza personale, da insoddisfatta cronica, da perfezionista incallita e da sognatrice rassegnata!
Si arriva ad un punto che ogni volta che incontri qualcuno dopo la domanda di rito: come va? la risposta più gettonata sia: bene… il solito!
Il solito è rassegnazione!
Quello che penso è che ogni solito giorno dobbiamo regalarci un momento, una cosa buona, una piccola soddisfazione, un ritaglio di tempo che dedichiamo all’ascolto di noi stesse ed alla ricerca di ciò che può farci stare bene, rompendo le abitudini, gli automatismi, quello che facciamo senza renderci conto.
Cerchiamo di trovare il modo di fare qualche cosa che ci piace, grande o piccolo che sia (questo blog è la mia “cosa”), investiamoci del tempo, concediamocelo, in questo modo riusciremo a sospendere la routine inserendo (o togliendo!) abitudini a volte inutili o superflue.
Questo piccolo atteggiamento mentale, che comunque richiede un costante allenamento, potremmo sperimentarlo anche nei rapporti con altre persone, con un’amica, con il nostro (o anche no) uomo, con il nostro capo, o con i nostri colleghi. Mi raccomando però non confondetemelo con il “pensare positivo”, fine a se stesso, tanto in voga al momento!
Piuttosto prendetelo come un’opportunità di scoprire quello che non conosciamo e che ci attrae, di sperimentare nuovi modi di comunicare, nuove azioni, nuove riflessioni, concediamocelo, concedetevelo!
Ricordiamoci sempre questa parola: rassegnazione, facciamo di tutto per farla scivolare via dalla nostra vita ed apriamoci a noi stesse ed alla conoscenza di aspetti sconosciuti o accantonati da tempo.
Mi piace lasciarvi con una citazione di Carl Gustav Jung:
“In ognuno di noi c’è l’altro che non conosciamo”
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